– a cura di Filippo Brocadello, medico specialista in scienza dell’alimentazione e fitoterapeuta –
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) da tempo si è positivamente pronunciata sull’uso terapeutico delle piante, sollecitandone lo studio chimico, farmacologico, clinico e apprezzando particolarmente le medicine tradizionali, che sono per una grande parte della popolazione mondiale ancora l’unica forma di terapia disponibile.
Al giorno d’oggi, il settore farmaco-terapeutico che si occupa dell’impiego delle piante a scopo curativo (anche in preparati, come estratti, infusi, decotti, etc.) è la fitoterapia. L’OMS inserisce la fitoterapia proprio tra le medicine tradizionali, intendendo con tale termine tutte le conoscenze di medicina popolare proprie di ogni comunità. Tuttavia, la conoscenza tramandata, talvolta, può trovare fondamento anche nelle credenze magiche o religiose, o più semplicemente nella tradizione e nell’empirismo, prima ancora che nella verità scientifica.
La fitoterapia moderna, d’altra parte, si definisce come disciplina medica che consente un corretto uso a scopo preventivo o curativo di piante medicinali e loro derivati (fitoterapici o fitomedicamenti) e si differenzia dalle tradizioni popolari proprio perché non segue né filosofie, né credenze religiose, né tantomeno metodologie diagnostiche o terapeutiche diverse da quelle tipiche della medicina scientifica.
Proprio perché espressione della massima evoluzione dell’uso delle erbe medicinali, nella fitoterapia moderna, abitualmente i principi attivi contenuti nell’estratto secco della pianta vengono titolati ed espressi in percentuali esatte che permettono di sapere con estrema precisione quanto principio attivo è presente in cento grammi di prodotto e di conseguenza anche di poterlo assumere a seconda delle esigenze, proprio come fossero veri e propri farmaci.
Infatti, anche l’uso a fini curativi di sostanze naturali comuni nelle nostre cucine, come ad esempio l’aglio, la camomilla, il peperoncino, etc. deve essere controllato e mai eccessivo per dare al nostro organismo degli effetti benefici e non dannosi. Pertanto, è essenziale ricordare che la convinzione comunemente diffusa che “il naturale faccia sempre bene” o quantomeno “che non possa fare male”, sia semplicistica ed errata.
Deve essere chiaro quanto sia fondamentale e imprescindibile affidarsi al parere di uno specialista e conoscere le reali caratteristiche, le potenzialità e i rischi legati all’uso di piante o loro derivati per garantire che il loro utilizzo terapeutico sia corretto ed efficace.