Nell’ambito dell’educazione al benessere, è importante per il bambino riappropriarsi di quei movimenti salutari che compiva istintivamente nei primi anni di vita e che, con il passare del tempo, tende a perdere: stiracchiarsi è uno di questi gesti naturali, di cui spesso non ci accorgiamo nemmeno.
Quando ci svegliamo la mattina, dopo un sonnellino pomeridiano, oppure dopo ore e ore fermi di fronte alla televisione e al computer, il nostro corpo sente l’esigenza di liberarsi dalle tensioni e dalle rigidità in cui lo abbiamo costretto stando fermi in posizioni non naturali e, così, ci stiracchiamo, eseguendo dei movimenti lenti che consentono al nostro corpo di riequilibrarsi.
Proprio come i gatti, che nell’arte dello stiracchiamento sono maestri, sentiamo quindi, sin da neonati, la necessità di predisporci a fare quest’attività, correggendo le posizioni assunte durante le ore di riposo che hanno determinato in noi una ridotta attività dell’apparato respiratorio (diminuita capacità respiratoria), dell’apparato muscolare (diminuita elasticità), dell’apparato tissutale (i tessuti tendono a diminuire la capacità di scorrere gli uni sugli altri) e dell’apparato circolatorio (ristagno delle varie componenti liquide).
In età scolare, la crescente sedentarietà a cui i bambini non possono sottrarsi, può causare problemi di diversa natura, tra cui atteggiamenti posturali scorretti, come scoliosi o cifosi, della vista (miopia precoce) e del respiro. Occorre, per questo, dar modo ai bambini, già nella scuola primaria, di riappropriarsi di gesti naturali come lo stiracchiamento, per permettere loro di ritrovare la vitalità assopita del proprio corpo e di beneficiare di effetti positivi visibili:
- sensazione di maggiore libertà e leggerezza dovuti all’allungamento della muscolatura e dei tessuti,
- facilità e incremento dell’atto respiratorio con conseguente aumento dell’attenzione, della capacità di apprendimento e della disponibilità nelle relazioni interpersonali.