Profumato, colorato, buonissimo da mangiare fresco o, perché no, da bere appena spremuto! Avete capito di quale frutto parliamo oggi nell’Orto-Scuola de Le Buone Abitudini? Oggi conosciamo meglio l’arancia.
Il termine “arancia”, al femminile, indica correttamente in italiano il frutto dell’albero di arancio. Il nome comune “arancio”, d’altra parte, deriva dal persiano e ancor prima dal sanscrito in cui significava «il gusto preferito dagli elefanti». Abbiamo imparato, però, che il nome rigoroso di ogni pianta ce lo dà solo la botanica, seguendo il sistema di nomenclatura binominale, per il quale rimandiamo all’articolo sul cachi.
APPUNTI DI BOTANICA
Il nome “arancio” in botanica viene associato a due specie distinte dello stesso genere Citrus (gli agrumi), appartenente a sua volta alla famiglia delle Rutacee: Citrus sinensis (L.) Osbeck, comunemente conosciuto come “arancio dolce”, e Citrus aurantium L., ovvero “arancio amaro”. L’arancio oggi è l’agrume più coltivato al mondo
Sia esso dolce, o amaro, il frutto dell’arancio si chiama in botanica “esperidio” ed è caratterizzato da un epicarpo sottile (buccia), ricco di oli essenziali dotati di un profumo dolce e fruttato, che vengono sprigionati schizzando se provate, ad esempio, a schiacciare tra le dita un pezzetto di buccia; da un mesocarpo spugnoso (parte bianca dell’arancia tra la buccia e la polpa) e da un endocarpo membranoso (polpa), diviso in spicchi, tappezzato da cellule piene di succo.
Eppure, intuiamo facilmente che i frutti delle due specie di arancio sono ben diversi tra loro nel gusto della polpa. Pertanto, quale tipo di arancia compriamo al supermercato e mangiamo abitualmente? L’arancia dolce o l’arancia amara?
ARANCIA DOLCE (frutto del Citrus sinensis Osbeck): originaria della Cina meridionale e del sud-est asiatico, è l’arancia che comunemente mangiamo.
Il suo albero può raggiungere gli 8-10 metri di altezza; ha una chioma compatta, simmetrica, rotondeggiante e ha foglie ovate, lucide e cuoiose. I fiori dell’arancio dolce sono bianchi e particolarmente profumati; possono crescere singoli o riuniti in gruppi fino a sei. La fioritura è primaverile, mentre i frutti arrivano a maturazione in autunno o in inverno, così in alcuni casi i frutti dell’anno precedente possono essere ancora sulla pianta durante la fioritura successiva.
Esistono numerose varietà coltivate di arancio dolce. Una prima distinzione è tra le arance bionde – arancia Navelina, Washington Navel, Valencia, …- – e quelle rosse, il cui colore caratteristico è dovuto alla presenza di particolari sostanze, gli “antociani”, che svolgono un’importante funzione antiossidante. Le arance rosse di Sicilia hanno ottenuto la classificazione IGP (Indicazione Geografica Protetta) e le più note varietà sono:
Arancia Tarocco – ha la polpa con striature rosse, presenta scarsità di semi, è apprezzata per la bontà del suo succo e il suo periodo di maturazione inizia a metà dicembre e prosegue nelle aree tardive fino a metà maggio.
Arancia Sanguinello e Sanguinello moscato – ha la polpa di colore rosso intenso, un elevato contenuto di acido citrico e il suo periodo di maturazione va da febbraio ad aprile.
Arancia Moro – non presenta semi, è la prima a maturare tra le arance rosse, e il suo periodo di maturazione è tra dicembre e metà marzo.
ARANCIA AMARA (frutto del Citrus aurantium L.): Le prime notizie di coltivazione di questo frutto risalgono al IX secolo ad opera degli Arabi, che successivamente lo portarono in Sicilia. Oggi, per il suo gusto amaro, è usata limitatamente all’industria farmaceutica per la preparazione di tonici e digestivi e all’industria alimentare per la preparazione di essenze, di marmellate, di frutta candita e di liquori, per i quali si utilizza la buccia.
Il suo albero ha foglie di colore verde intenso, ovate e appuntite all’apice, provviste di grandi alette sul picciolo. I rami hanno spine più lunghe di quelle dell’arancio dolce. I frutti sono più rugosi e ricchi di oli essenziali. L’arancio amaro ha, inoltre, una resistenza alle basse temperature molto più alta rispetto all’arancio dolce e, per questo, viene usato spesso come portainnesto per la coltivazione dell’arancio dolce, che in agricoltura non si sviluppa da un seme, bensì proprio tramite innesto o talea.
BUONE ABITUDINI PER UNA SANA ALIMENTAZIONE
Ricca di antiossidanti, di acqua, fruttosio, fibre e vitamine, l’arancia è un’importante alleata per la salute di tutta la famiglia. Contrariamente alle nostre abitudini, consumare insieme alla polpa anche parte del mesocarpo dell’arancia, detto anche albedo, non ci fa male, anzi! Proprio nella pellicola bianca e spugnosa sotto la buccia si concentra, infatti, una buona dose di fibre e vitamine, tra cui la famosa vitamina C!
Ricordate, inoltre, che proprio la vitamina C è altamente volatile e tende a ridurre la sua presenza man mano che il tempo passa e resta esposta all’aria. Pertanto, per beneficiare delle sue proprietà, quando fate una spremuta è consigliabile berla tempestivamente, giusto il tempo di riempire il bicchiere!
Divertitevi ora a scoprire i mille usi in cucina di questo frutto straordinario e, oltre a consumarlo come spuntino, a spicchi, spremuto, o in infusione nelle tisane, provatelo come ingrediente speciale delle vostre insalate, per arricchire i vostri secondi di carne e pesce, o all’interno di un profumatissimo dolce natalizio! Scopri tante idee sul sito Casa di Vita.