Orto-Scuola: il Finocchio

In francese si chiama fenouil, in inglese fennel, in spagnolo hinojo, in tedesco Fenchel e per i botanici di tutto il mondo si tratta di Foeniculum vulgare Mill. Avete capito di cosa si tratta? Oggi vogliamo dedicare il nostro articolo Orto-Scuola al freschissimo finocchio!

APPUNTI DI BOTANICA

La specie Foeniculum vulgare Mill. appartiene alla famiglia delle Apiacee, nota anche con il nome di Umbellifere, in quanto i suoi fiori, piccoli e gialli, sono riuniti in una infiorescenza (cioè un raggruppamento di fiori) che in questa famiglia prende il nome di ombrella, proprio per la somiglianza a un ombrellino. Altri esempi di ombrella li troviamo nella pianta di carota, sedano e prezzemolo.

Il finocchio è presente in una forma selvatica, alla quale si affianca quella coltivata (detta anche dolce).

Il finocchio selvatico è una pianta erbacea perenne originaria delle regioni mediterranee, ma ormai è diffuso in tutto il mondo nella fascia temperata attraverso le coltivazioni.

LO SAPEVI CHE…?

Il frutto del finocchio non è il grosso bulbo bianco che siamo abituati a portare in tavola, ma è un achenio dalla forma oblunga o ellissoidale, molto aromatico, che usiamo soprattutto come … spezia! Avete capito di cosa si tratta? Vi diamo qualche indizio in più: l’achenio è un frutto secco, quindi più o meno indurito, che a maturazione non si apre per rilasciare il seme e si disperde con lo stesso (in botanica si dice indeiscente). Ogni frutto del finocchio contiene un solo seme.

Pertanto, in realtà, i veri frutti del finocchio sono proprio quelli che comunemente chiamiamo semi e che usiamo in cucina, per aromatizzare ricette, tisane o infusi, ma anche in profumeria e in liquoreria.

Il finocchio coltivato è una pianta annuale o biennale nota per il caratteristico grumolo, ovvero la parte ingrossata di colore bianco che noi mangiamo come ortaggio. Il grumolo è formato da guaine fogliari (la porzione basale delle foglie che avvolge il fusto) carnose e sovrapposte e forse non tutti sanno che non cresce affatto sotto terra, ma sopra! Il finocchio, infatti, proprio sotto il grumolo presenta una radice grossa, a forma conica, detta fittone, da cui si diramano varie radici secondarie più piccole. Il fittone, oltre ad ancorare la pianta al terreno, svolge il prezioso compito di trasportare le sostanze nutritive.

La forma coltivata di finocchio si trova in due principali varietà: il finocchio nostrale, diffuso nell’Italia centro-settentrionale, e il finocchio grosso d’Italia, coltivato estesamente nel Sud Italia. La raccolta si effettua al completamento dello sviluppo del grumolo ma prima che il germoglio incominci ad allungarsi.

IL FINOCCHIO AL MICROSCOPIO

Chi ricorda cosa sono le sclereidi alzi la mano! Tutti gli altri, possono rileggere il nostro articolo sulla pera, così da capire bene la possibilità che abbiamo, grazie al finocchio, di osservare un altro tessuto meccanico delle piante: il collènchima.

Proprio come le sclereidi, la funzione di questo tessuto è quella di rinforzare la struttura delle piante e, per questo, le cellule che lo costituiscono hanno la parete cellulare più spessa (bordo bianco nell’immagine al microscopio), anche se in misura inferiore a quella delle sclereidi. Una differenza importante tra i due tipi di tessuto è che, se le sclereidi sono cellule che a un certo punto del loro sviluppo muoiono, le cellule del collenchima sono sempre vive.

Adiacente al collenchima e sempre sotto l’epidermide (lo strato più esterno di cellule) si possono osservare alcune cellule con una colorazione tendente al verde; si tratta di cellule fotosintetizzanti grazie alla presenza dei cloroplasti. Queste ultime cellule sono visibili anche a occhio nudo: sono quelle “macchie” verdi che ricoprono alcune parti esterne del finocchio.

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Immagine di Stefano Cavada dal profilo Instagram di CasaDiVita

 BUONE ABITUDINI PER UNA SANA ALIMENTAZIONE

Fresco, aromatico e profumato, ricchissimo di acqua (93,2g/100g) e povero di calorie (9kcal/100g)1, il finocchio dona al nostro corpo sali minerali (potassio, magnesio, fosforo) e un buon apporto di vitamina C. Per questo è un amico prezioso della nostra digestione e uno spuntino perfetto per spegnere la fame a metà mattino e pomeriggio.

E non dimenticate che del finocchio non si butta via niente! Il bulbo bianco si può mangiare crudo in insalate, o cotto in tanti primi e secondi; le foglie si usano fresche e sminuzzate come insaporitori naturali; i fiori secchi e i frutti (i famosi semi di finocchi) si usano soprattutto per aromatizzare e speziare cibi e bevande e, per finire, anche la radice può essere usata per infusi depurativi.

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1 I dati nutrizionali relativi al contenuto di nutrienti sono tratti dal sito CREA – Alimenti e Nutrizione.