Orto-Scuola: il Cachi

Chi sa proprio tutto su verdura e frutta di stagione, alzi la mano! Per tutti gli altri, ecco gli articoli firmati Le Buone Abitudini per seminare e far crescere, a scuola e a casa, la conoscenza di questi prodotti straordinari, attraverso curiosità linguistiche, notizie di botanica, di storia, e tanto tanto altro!

Oggi nel nostro Orto-Scuola conosciamo insieme un dolcissimo frutto di stagione: il cachi!

A OGNUNO IL GIUSTO NOME!

La maggior parte di noi probabilmente lo conosce in realtà come “caco”, e in effetti anche nei nostri supermercati è proprio questo il nome con cui lo troviamo comunemente indicato.

Se però provate a cercarlo nel vocabolario scoprirete che il termine al singolare è solamente una variante popolare della parola “cachi” (o kaki), voce di origine giapponese, invariabile nella nostra lingua. Ovvero, si tratta di un nome che resta uguale sia quando è usato al singolare, che al plurale. Da perfetti italiani, perció, dovremmo dire: “Oggi avrei proprio voglia di un cachi!”, “il cachi è maturo”, “un cesto di cachi”. Dovremmo, anche se l’uso consolidato è ormai il singolare “caco”, e sarà difficile cambiarlo. Ma non è finita qui! Lo stesso frutto si può chiamare anche “diospiro” o ancora “diospero”! Insomma, una vera babele!

 

APPUNTI DI BOTANICA

Gli studiosi di botanica (come anche gli zoologi) non possono certo permettersi di fare confusione con i nomi delle piante e così adottano un sistema rigoroso con regole ben precise. Questo sistema, che si chiama “nomenclatura binominale”, è valido in tutto il mondo e quindi in tutte le lingue. Per conoscerlo, partiamo proprio dall’esempio del cachi, che in botanica si chiama Diospyros kaki L.f., 1782.

Ogni pianta viene chiamata, quindi, con:

Due termini di origine latina, poiché il latino, in passato era la lingua ufficiale del mondo della scienza, della cultura e tutte le persone istruite la conoscevano, un po’ come l’inglese oggi! Il primo termine, Diospyros per il cachi (si può tradurre come “grano o frumento di Zeus”), indica il genere e viene scritto sempre con l’iniziale maiuscola; il secondo (kaki) è il nome specifico e l’iniziale è minuscola. Il genere Diospyros appartiene alla famiglia delle Ebenacee.

– Un nome scritto per esteso o in forma abbreviata, che si riferisce allo scienziato che per primo ha classificato quella specie. Per il cachi è L.f., che significa “Linnaeus filius”, ovvero il figlio di Linneo, che era un naturalista, proprio come suo padre.

L’anno della classificazione, che per il cachi è 1782.

Avete, così, scoperto tutti i modi, popolari e scientifici in cui si può chiamare il cachi. Ma … com’è fatto il cachi?

L’origine del cachi si fa risalire alla Cina e da qui si è poi diffuso in Giappone; è una delle più antiche piante da frutta coltivate dall’uomo, conosciuta per il suo uso da più di 2000 anni. Solo recentemente è stato trapiantato in Europa e in Italia è coltivato soprattutto in Campania e in Emilia-Romagna.

L’ALBERO DEL CACHI: si chiama come il frutto, è molto longevo e può raggiungere anche i 15-18 metri di altezza. Gli alberi coltivati, però, sono generalmente tenuti a un’altezza inferiore (ca. 5m). Ha la corteccia grigio-scura e rugosa, una folta chioma e perde le foglie in autunno. Quando una pianta si spoglia in autunno, in botanica si dice che è caducifoglia.

LE FOGLIE DEL CACHI: sono grandi, ovali allargate, glabre e lucenti.

IL FRUTTO DEL CACHI: è una grossa bacca generalmente sferoidale, appiattita superiormente e con un caratteristico colore giallo-aranciato. Nelle forme coltivate la formazione dei frutti, ovvero la fruttificazione, si realizza soprattutto senza fecondazione (in questo caso, si dice che la pianta è partenocarpica) e questo fa sì che il frutto non contenga semi, come succede, ad esempio, anche per la banana.

Attenzione! Il frutto del cachi non è così buono se mangiato subito dopo la raccolta. Deve, infatti, arrivare a piena maturazione per perdere il suo caratteristico sapore astringente, che allappa la bocca. Solo dopo essere ben maturato, il frutto diventa morbido e la polpa dolce e zuccherina.

BUONE ABITUDINI PER UNA SANA ALIMENTAZIONE

La stagione dei cachi è l’autunno e i mesi in cui possiamo trovarli sono ottobre, novembre e dicembre.

Perfetti per grandi e piccoli come spuntino di metà mattina o metà pomeriggio, potenziano il nostro sistema immunitario, grazie al loro contenuto di vitamine (vitamina C) e danno al nostro corpo zuccheri semplici e sali minerali. Un pieno di energia da sfruttare con la giusta attività fisica, o dopo un’intensa mattina di studio!

Il consiglio per una ricetta sfiziosa? Prova la torta integrale di cachi e yogurt!