Tra reale e virtuale: con il corpo cresco, con il corpo conosco.

Fare movimento, siamo tutti d’accordo, è senza dubbio una buona abitudine. Ma cosa ne pensano i bambini? Lo abbiamo chiesto ad Alessia, 8 anni, che ci ha raccontato la sua esperienza personale e ci ha aperto una finestrella su quel percorso di conoscenza che i bambini iniziano naturalmente, seguendo i loro istinti e i loro desideri. Leggi l’intervista ad Alessia.

La parola al pedagogista.

Ascoltando Alessia il primo pensiero che mi viene è il fatto che lei parla del proprio corpo. Un corpo reale, vero, che si muove, fa fatica ma produce anche piacere, agio, incontro e confronto con gli altri. Un corpo che la spinge, talvolta, anche a rischiare di farsi male ma che le propone punti di vista diversi e pensieri diversi. 

All’età di Alessia, il virtuale rischia di impedire all’intelligenza del corpo di dare il suo apporto alla conoscenza: si cresce e si impara con tutto il corpo, non solo con gli occhi e le orecchie. Come adulti dobbiamo preservare all’infanzia le mani che afferrano, le braccia che stringono, i piedi che camminano e le gambe che corrono.

Come adulto educante puoi compiere azioni concrete:

  • Cammina con il tuo bambino e racconta il mondo attorno a te, e poi ascoltalo: ha bisogno di confrontare con te quello che vede e sente.
  • Mangia cibi salutari, muoviti, non fumare, … prenditi cura di te: mostra che vuoi preservare il tuo corpo, poiché strumento di crescita e conoscenza. Spesso mostriamo azioni di attenzione più verso un’auto che verso il corpo.
  • Costruisci con lui qualcosa per la tua casa: una cornice, un piccolo giardino, un gioco. Mani, tempo e fatica condivisa offrono occasioni di conoscenza, creatività, autostima. È un condensarsi di storia e affetti.
  • Definisci i tempi del corpo: c’è un momento per giocare all’aperto, per giocare al computer, per dormire, per mangiare. Concorda i diversi momenti con lui, dove ti sembra il caso, ma resta fermo nella difesa di spazi temporali reali di corporeità.